Il personaggio
Perché scegliere di parlare di e attraverso Camilla Cederna? Camilla è donna, pienamente e fieramente. Non si ‘traveste’ da uomo per aumentare la sua credibilità nel mondo ‘maschilista’ a cui appartiene (quello del giornalismo). È una donna ‘femminile’: si veste alla moda, è sempre truccata, pettinata, ingioiellata. Camilla è donna senza rinunce. Colta e raffinata, orgogliosa e sicura di sé, benestante e milanese, in anni caldi e pericolosi nell’Italia che cambia, Camilla sembra l’antitesi della donna rivoluzionaria che lotta nelle piazze. In realtà anche Camilla si arrabbia e si indigna, ma la sua arma è la penna, precisa, tagliente, affilata dall’intelligente occhio con cui osserva il mondo. Camilla è una giornalista senza mezzi termini. Giornalista per passione, per amore, per professione.
“Lo spettacolo – essenziale e rigoroso, semplice e sferzante come lo era la sua protagonista – ha dunque un duplice merito: non soltanto restituisce un ritratto efficace senza essere canonizzante di Camilla Cederna, ma fa rivivere un certo modo di intendere e di fare giornalismo che oggi pare tristemente dimenticato”.
Laura Bevione, Hystrio, luglio 2013
“Una veloce e implacabile contro-storia d’Italia […] Un collage di frasi, suggestioni, freddure, aforismi, inchieste, disseminati nella miriade di articoli scritti dalla giornalista. Un raffinato percorso drammaturgico che si apre con l’eterno fascismo italiano […] Lo spettacolo vive di pochi elementi: una brava interprete e un bel testo possono bastare. La scelta registica di Costa, infatti, è di ridurre al minimo tutto […] Qui guida con sapienza l’attrice Maura Pettorruso verso una interpretazione quasi quotidiana, volutamente scarnificata, semplice. Lei […] svela grande umanità, raffinata femminilità e eleganti doti d’attrice”.
Andrea Porcheddu, Linkiesta.it, 18 marzo 2013
“Gli articoli di giornale vengono, infatti, prima recitati dalla Pettorruso e subito dopo (in alcuni casi contemporaneamente) piegati, strappati, gettati a terra, maltrattati, stropicciati e calpestati, sino a finire nel tritacarte […]. Lo spettatore viene portato alla consapevolezza che persino le acute testimonianze di Cederna cadono necessariamente nell’oblio e nel buio, ingoiate dalla rapidità del tempo che tutto distrugge […]”.
Enrico Piergiacomi, teatroecritica.net, 25 marzo 2013
“L’ironia è la cifra stilistica scelta dal regista Costa […] Pochi gesti per dire che la parola scritta una volta pubblicata sparisce nell’oblio […] Parole spese per finire spesso dimenticate ai più e ora rivalutate con intelligenza da chi ha scelto di portarle sul palcoscenico dello Spazio Off, fucina di idee e progetti innovativi.”
Roberto Rinaldi, rumorscena.com, 2 aprile 2013
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